Lo zafferano è una coltivazione davvero interessante, ancora poco diffusa in Italia, ma che può regalare belle soddisfazioni.
La pianta dello zafferano (crocus sativus) è molto adattabile come terreno e il clima italiano è perfettamente adatto, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta. Scopriamo come fare a coltivarla e come mai è un discorso molto interessante per chi vuole intraprendere oggi in agricoltura.
Quando si pianta lo zafferano
Per coltivare zafferano si comincia dai bulbi (più propriamente sarebbero da chiamare “cormi”), che vanno piantati nel terreno a circa 15 cm di profondità.
In genere si fanno file parallele di bulbi, distanti circa 20 cm l’una dall’altra, con i bulbi a 10 cm di distanza tra loro lungo la fila. Ogni 2 o 4 file servirà un camminamento più largo, per poter passare.
Il periodo per piantare è la fine dell’estate, tra agosto e settembre. Nei mesi precedenti però è necessario preparare il terreno lavorandolo e concimandolo.
Tecniche di coltivazione
Lo zafferano si presta sia per essere coltivato in agricoltura professionale, realizzando uno zafferaneto da reddito, sia per piccole coltivazioni amatoriali, integrandolo nell’orto.
Si può coltivare annualmente, ogni anno bisognerà espiantare i bulbi e ripiantarli altrove. In alternativa si può fare la coltivazione poliennale, lasciando i bulbi sul posto da 2 a 5 anni.
Durante l’anno il principale lavoro è il controllo delle erbe infestanti. Bisogna inoltre monitorare possibili patologie (come carie, fusariosi o marciume carbonioso) e fare attenzioni ad animali e insetti (in particolare cinghiali, lepri, arvicole, lumache).
A gennaio conviene concimare, per favorire la moltiplicazione dei bulbi.
Tra maggio e aprile la pianta dissecca, nel terreno i bulbi si moltiplicano e restano in dormienza fino alla fine dell’estate, quando ricomincia il ciclo colturale.
Per ulteriori informazioni sulla coltivazione potete leggere la guida alla coltivazione dello zafferano di Orto Da Coltivare, scritta da Matteo Cereda.
La raccolta dei fiori
Lo zafferano si coltiva per raccogliere i fiori, da cui si estraggono gli stimmi che una volta essiccati rappresentano la spezia.
I fiori spuntano in autunno, tra ottobre e inizio novembre, vanno raccolti in giornata, mondati ed essiccati, preferibilmente con un forno adatto o un essiccatore professionale.
In genere al supermercato lo zafferano si trova in bustine che contengono la polvere, ma si può utilizzare anche in stimmi interi, valorizzandolo meglio perché gli stimmi integri sono garanzia di purezza.
Vendere lo zafferano
Non è scontato riuscire a vendere zafferano al giusto prezzo, perché c’è la concorrenza di zafferano proveniente da paesi dove il costo del lavoro è molto basso, come Iran, Afghanistan e Marocco. Per produttori italiani conviene differenziarsi proponendo un prodotto di alta qualità, preferibilmente a stimmi interi per garantire la sua purezza..
Conviene anche attuare metodi di coltivazione ecologici e proporre la spezia come prodotto a chilometro zero, legato al territorio, preferibilmente da agricoltura biologica.
Può essere utile anche entrare in sinergia con realtà locali (ristoranti, panifici, pasticcerie, gelaterie, caseifici, birrifici… ) che possono proporre zafferano nelle loro preparazioni e produrre prodotti derivati (ad esempio formaggi allo zafferano, biscotti allo zafferano, miele allo zafferano,…).
Quanto rende lo zafferano
Il prezzo al chilo dello zafferano italiano essiccato al privato è indicativamente di 20-35 euro al grammo. Il fatto che sia una spezia così preziosa non deve trarre in inganno: coltivare zafferano per reddito non è un’attività che porta facili guadagni.
Prima di tutto bisogna tenere conto che ottenere diversi grammi di zafferano è laborioso: per un solo grammo servono 150 fiori circa, che vanno ottenuti, raccolti, mondati ed essiccati.
Tuttavia con un lavoro ben impostato e una buona capacità di vendita del prodotto si può avere un reddito corretto, remunerando lavori e investimenti.
Bisogna tenere conto che oltre allo zafferano, ogni anno si moltiplicano i bulbi che possono diventare un’ulteriore fonte di reddito.
Le opportunità dello zafferano in agricoltura
Lo zafferano è una coltivazione interessante per vari motivi:
- Si può coltivare in terreni piccoli
- Non richiede irrigazioni
- Non richiede investimenti in termini di mezzi (non ha bisogno di particolare meccanizzazione)
- Si conserva a lungo, non pone problemi logistici.
- Richiama l’attenzione di clienti esigenti e altospendenti
- Crea curiosità.
Dall’altro lato della medaglia però è una coltivazione che ha dei picchi di lavoro importanti durante l’anno (in particolare nel periodo della raccolta) e che ha un certo margine di rischio (ad esempio se si diffonde una malattia che attacca i bulbi).
Per questo è un’attività agricola interessante in particolare come attività complementare ad altre colture, mentre potrebbe non essere ottimale come unica fonte di reddito, basando un’intera azienda agricola solo sullo zafferano.
Un risvolto veramente interessante è integrare lo zafferano in aziende agricole che hanno un prodotto di qualità (ad esempio cantine che propongono vino), sfruttando i canali di vendita esistenti per proporre lo zafferano.
Un’altra idea è inserire uno zafferaneto a fianco di attività agrituristiche e fattorie didattiche, sfruttando la fioritura per laboratori ed eventi con il pubblico.