Grande successo nella grande distribuzione dei prodotti della bioagricoltura
Nessun altro settore è coinvolto tanto quanto quello agricolo nel dibattito quotidiano in merito alle colture biologiche. Da alcuni anni, per una buona fetta di consumatori, il cibo biologico è diventato una sorta di spauracchio contro la cattiva salute. Indubbiamente i cibi prodotti con agricoltura bio risultano meno contaminati da agenti chimici, quali farmaci o pesticidi, ma questo non li rende equiparabili a filtri magici contro infezioni e allergie. Ciò che è stato appurato, invece, è che la bioagricoltura, preferendo metodi tradizionali come la rotazione e l’uso di concimi verdi, garantisce un minor impatto ambientale. I consumatori, sensibilizzati anche dai media, sono disposti a sostenere un costo maggiore per acquistare i prodotti biologici e questa tendenza ha spinto molti titani della grande distribuzione, come Esselunga, a promuovere linee bio. Per garantire la biologicità dell’offerta, la catena ha predisposto organismi di controllo accreditati dal Ministero delle politiche Agricole: le aziende produttrici, scelte prediligendo terreni posti in aree particolari, come i parchi naturali, devono applicare le norme della catena di produzione biologica e mettere in atto le procedure richieste dal controllo qualità. Un altro importante marchio della distribuzione, Auchan, ha una speciale linea dedicata ai prodotti equo-solidali e propone un’offerta completa di prodotti freschi certificati dal CCPB, il Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici. Veicolato dai super e ipermercati, il biologico può raggiungere più facilmente le tavole degli italiani e questo fa presupporre che in futuro la richiesta di prodotti agricoli bio aumenterà. Come nel campo energetico, tenere conto di queste nuove tendenze permetterà ai piccoli produttori d’oggi di diventare gli imprenditori di domani.
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