La risposta alla crisi si chiama geotermia

 

Quello del florovivaismo, con i suoi 3 miliardi di fatturato, costituisce il 6% dell’intero comparto della produzione agricola. Un settore che ha visto una rapida crescita negli ultimi anni e che ancora gode di una buona salute sebbene la crisi generalizzata e l’aumento dei costi del carburante abbia determinato una leggera flessione negli ultimi mesi.
Una situazione che se da un lato ricalca quella più generale dell’economia mondiale può essere comunque affrontata ricercando alternative e soluzioni a basso impatto economico. Uno degli aspetti più interessanti in questi termini è stato affrontato in occasione di un evento organizzato presso Asproflor in Piemonte. Geotermia, biomasse, riscaldamento controllato dei vivai sarebbero le innovazioni tecnologiche in grado di dare nuovo smalto all’intero comparto grazie alla riduzione dei costi di gestione delle serre.
Una rivoluzione, già intrapresa in Toscana, dove in occasione di un’assemblea organizzata da Coldiretti Pistoia a Pescia, è stato illustrato a oltre 120 aziende le modalità di riscaldamento delle serre attraverso l’utilizzo della geotermia a bassa entalpia.
Sistema sperimentato, testato e verificato a Radiconsoli dove la cooperativa, Parvus Flos, che gestisce 20mila metri quadri di serre già da tempo utilizza il calore e il vapore endogeno proveniente da un pozzo per il riscaldamento durante l’inverno e il raffreddamento durante il periodo estivo.
La proposta della Coldiretti che si spera possa trovare riscontro nell’azione politica del governo potrebbe in questo modo attraverso l’adozione a livello capillare di questa forma di riscaldamento/raffreddamento dei locali aiutare un comparto che al momento è costituito da da oltre 16.700 fiorai, 7.000 vivai, e quasi 10.000 punti vendita all’interno dei centri commerciali.
Numero destinato ovviamente a crescere e che continua a riscuotere grande interesse soprattutto in virtù dell’utilizzo sempre più diffuso di piante medicinali e officinali testimoniato anche dall’istituzione di corsi di formazione ufficiali come quelli dell’associazione FIPPO o iniziative editoriali per l’introduzione e l’avviamento imprenditoriale alla coltivazione e vendita di erbe officinali CreaImpresa.

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